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L'abbazia di Venosa
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L'abbazia della SS. Trinità di Venosa venne fondata dai benedettini intorno alla metà dell'XI secolo con il favore della nobiltà normanna che veniva consolidando il suo potere. Nella sua forma attuale l'abbazia è costituita da una chiesa anteriore, risalente alla prima fase e rimaneggiata in seguito, e in una chiesa incompiuta iniziata intorno al 1170 e mai terminata a causa del declino iniziato all'inizio del XIII secolo.
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La facciata della chiesa anteriore è preceduta da un atrio sulla cui facciata esterna si può ancora vedere una loggetta su pilastri e colonne.
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Da una scala costruita in epoca recente di fronte alla facciata della loggia si possono apprezzare i dettagli dei pilastri, uno dei quali è ricavato da un cippo romano mentre un altro presenta una rozza scultura antropomorfa.
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L'atrio consente l'accesso alla navata centrale della chiesa da un portale molto interessante che si trova alla sinistra di una colonna detta "dell'amicizia" in virtù di una leggenda.
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Il portale (eseguito nel 1287 dal maestro Palmerio) presenta un archivolto a sesto acuto decorato con motivi arabeggianti ed affiancato da due colonnine sovrastate da mensole che sorreggono delle aquile.
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Il livello inferiore della decorazione della lunetta è costituito di archi a ferro di cavallo su pilastrini decorati.
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Al vertice della lunetta, al di sopra di un insieme disordinato di elementi decorativi, troviamo la raffigurazione del pellicano e della Trinità attraverso il simbolo di tre pesci raggruppati a stella.
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Un bellissimo rilievo geometrico affiancato da una croce e da un monogramma si trova nell aparte destra della lunetta.
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L'archivolto esterno presenta una sequenza di archetti di sapore islamico.
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La lunetta poggia su un'architrave riccamente decorata a palmette e tralci vegetali, con l'aggiunta di un fregio a fusarole di derivazione classica.
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L'interno della chiesa si presenta a tre navate su pilastri; gli archi trasversi, che risalgono al XIII secolo, falsano l'aspetto basilicale originario della chiesa.
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Le navate laterali in origine si prolungavano in un deambulatorio a cappelle radiali che circondava completamente il coro.
Nella navata destra si può notare la semplice tomba di Roberto il Guiscardo.
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Le finestre dell'abside attuale erano le aperture che consentivano ai fedeli che camminavano nel deambulatorio di osservare le reliquie poste in corrispondenza dell'altare.
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Di fronte al presbiterio, due colonne con capitelli compositi classici marcano il punto in cui si trovava la separazione tra la chiesa dei laici e quella dei monaci.
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Nella navata sinistra si trova la tomba ad edicola di Alberada, moglie ripudiata del Guiscardo e madre di Boemondo.
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La scritta dedicatoria consente di datare la tomba a dopo il 1122, data della sepoltura di Boemondo a Canosa
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Le colonne dell'edicola hanno bei capitelli caratterizzati dalla forma allungata e dal generoso utilizzo del trapano.
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In asse con la chiesa anteriore si osservano i resti della nuova chiesa abbaziale i cui lavori furono interrotti alla fine del XII secolo.
Si tratta di una chiesa con una pianta benedettina di tipo nordico, con transetto eccedente dotato di absidiole sul lato orientale e di coro a deambulatorio con tre absidiole radiali, come ad Acerenza ed Aversa.
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Le absidiole sono sono coronate da una fascia di archetti e hanno ciascuna una monofora strombata.
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Sul lato meridionale della navata si apre un portale a tutto sesto con archivolto su colonne. In chiave d'arco si trova un rilievo con l'Agnus Dei mentre nella lunetta è inserita una mano divina benedicente tra elementi vegetali stilizzati.
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All'interno del perimetro della chiesa si possono osservare quattro bellissime colonne dotate di notevoli capitelli di tipo corinzio che vengono fatti risalire al 1160-70.
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I capitelli sono decorati di un doppio giro di foglie ricurve e di caulicoli rifiniti mediante l'utilizzo di trapano. Al di sopra hanno un abaco finemente decorato di palmette.
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Sui muri delle navate laterali si possono vedere i peducci di supporto delle volte, anche questi con le caratteristiche dei capitelli corinzi ma a foglie lisce.
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Sul lato occidentale è visibile l'abside della chiesa anteriore.
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Dalla parte opposta si possono vedere le strutture del demabulatorio il tratto rettilineo del quale presenta semicolonne con capitelli corinzi.
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Evidenti sono anche le strutture del transetto, del coro e delle absidiole radiali.
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I semicapitelli della parte orientle sono sicuramente più tardi dei capitelli della navata ed eseguiti da maestranze meno capaci.
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All'interno della chiesa si trova un capitello erratico utilizzato come acquasantiera e probabilmente destianato alla nuova chiesa (seconda metà del XII secolo).
Tra i caulicoli, al centro della facce, da una maschera escono un uomo ed una donna, simbolo forse della creazione.
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Al di sotto, dei leoni passanti hanno la testa in corrispondenza degli spigoli.
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Altri capitelli erratici coevi alla seconda chiesa sono conservati in un locale nei pressi dell'atrio della chiesa anteriore.
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Uno di questi presenta un delicato tema decorativo nelle perline che sottolineano le nervature delle foglie.
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