Italia nell'Arte Medievale

Percorsi guidati nell'arte del Medioevo italiano suddivisi per aree geografiche


Santa Maria del Patire
Il monastero di Santa Maria del Patire (detta anche Patirion) risale all'inizio del XII secolo grazie all'iniziativa del beato Bartolomeo da Simeri (da cui deriva l'appellativo che significa "del padre") ed alle donazioni di alcuni baroni normanni. Del complesso primitivo, uno dei più importanti monasteri basiliani della regione, rimane ben conservata soltanto la chiesa, nonostante i ripetuti interventi di restauro che si sono susseguiti nel tempo.
La parte absidale della chiesa appare come quella più interessante per la ricerca coloristica ottenuta mediante la giustapposizione di materiali diversi.

Le absidi appaiono ritmate da lesene che si dipartono da un alto zoccolo ed unite in alto da archi ciechi. Lesene ed archi sono caratterizzate dall'alternanza di conci calcarei chiari e scuri e da file di mattoni.

Nei sottarchi è inserito un tondo con un motivo stellare ottenuto dall'accostamento di materiale lavico e calcare giallo.
Sopra agli archi si distende una fascia continua a losanghe ed una cornice su mensolette.

L'abside centrale è stata rimaneggiata; al centro si apre l'unica finestra ancora aperta a dal luce alla navata essendo le altre state murate.

Nel lato meridionale della chiesa si apre un portale caratterizzato da un archivolto decorato di un interessante motivo di derivazione islamica.
L'arco termina su due mensole che a loro volta sono sorrette da colonnine con capitelli decorati.
La facciata, a salienti interrotti, appare molto rimaneggiata nel tempo.
Sono originali le monofore e l'oculo al vertice del tetto, caratterizzati da una ghiera in conci di materiali diversi.
Il portale risale al XIV-XV secolo: un archivolto a sesto acuto modanato poggia su due colonnine dai capitelli decorati a palmette stilizzate.
L'interno è a tre navate su colonne senza capitelli che sorreggono archi longitudinali a sesto acuto.
Il presbiterio è separato dalle navate da archi di cui quello centrale a sesto acuto ed è diviso in tre campate coperte da cupole. La struttura della chiesa fonde pertanto la navata in forma basilicale secondo lo stile occidentale ed un presbiterio cupolato in accordo con schemi bizantini.
Gli archi che supportano la cupola centrale poggiano su colonne dai capitelli fogliati.
Sul pavimento della chiesa sono conservati alcuni resti di un grande mosaico risalente al XII secolo, come si evince dalla scritta dedicatoria "Blasius venerabilis abbas / Hoc totum iussit fieri". L'abate Blasio è documentato intorno al 1152.
All'interno di dischi delimitati da decorazioni a treccia e palmette sono raffigurati animali reali ed immaginari.
Un leone e un cervo accanto ad un grifone, un centauro ed un liocorno.
La matrice orientale sassanide è evidenziata dai dettagli dei tralci vegetali che circondano i tondi e soprattutto dagli elementi decorativi che si distribuiscono sui corpi degli animali.
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