Italia nell'Arte Medievale

Percorsi guidati nell'arte del Medioevo italiano suddivisi per aree geografiche


Santa Chiara a Napoli
La chiesa di santa Chiara venne eretta nel 1310-28 su committenza di Sancia di Maiorca, sposa di Roberto d'Angiò. Distrutta quasi completamente durante l'ultimo conflitto, venne ricostruita nelle forme originarie del gotico meridionale francese.
La facciata a capanna è affiancata da poderosi contrafforti ed è aperta da un elaborato oculo. Il portale è preceduto da un protiro su tre arcate ogivali.
Il portale presenta un archivolto ogivale poggiante su blocchi capitellari decorati a fogliami.
I fianchi sono costituiti da uno zoccolo aperto da trifore al di sopra del quale dei contrafforti molto ravvicinati delimitano sezioni nelle quali si trovano slanciate monofore.
Una torre scalare divide la navata dal prebiterio, a terminazione piatta; da qui si diparte la struttura del coro, pure piatto e aperto da tre finestre. Dietro il coro si distende il chiostro delle Clarisse del 1742, decorato con mattonelle maiolicate.
A sinistra della facciata si eleva, staccato, il campanile che conserva l'originale basamento trecentesco con l'iscrizione che commemora la fondazione della chiesa.
L'interno è a navata unica fiancheggiata da cappelle aperte da arcate gotiche. Due alti arconi all'altezza del presbiterio segnano la presenza di uno stretto transetto non eccedente.
All'interno si conservano numerosi monumenti funebri.

I resti del grandioso monumento di Roberto d'Angiò, dovuto a Giovanni e Pacio Bertini da Firenze (1343-45) si trovano dietro l'altare maggiore.

A sinistra si trova il monumento di Maria di Durazzo, morta nel 1366, di seguaci dei Bertini.
A destra si trova il monumento del figlio di Roberto, Carlo duca di Calabria, dovuto a Tino di Camaino e seguaci.
Alla parete destra del presbiterio è addossato il monumento di Maria di Valois, di Tino di Camaino (1333-38).
Nelle cappelle laterali si conservano numerosi altri monumenti funebri che possono essere fatti risalire agli anni tra la metà del XIV secolo e l'inizio del successivo.
Alcuni gisant raffigurano i defunti nelle loro armature scolpite con grande dovizia di particolari.
Un cavaliere angioino è raffigurato su una lastra terragna al di sotto di un arco trilobato.
Altri due monumenti sono addossati alla controfacciata. Quello di sinistra è il sepolcro di Agnese e Clemenza di Durazzo del Baboccio (XV secolo).
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