Italia nell'Arte Medievale

Percorsi guidati nell'arte del Medioevo italiano suddivisi per aree geografiche


Le arche dei Dottori a Bologna
La grande importanza che assunse l'Università di Bologna nel corso del Medioevo ha portato i Dottori, nel XIV secolo, ad una vera propria corsa alla costruzione dei monumenti funebri più imponenti. Tra gli esempi più spettacolari sono le arche che si elevano tutt'ora in quella che in origine era l'area cimiteriale delle chiese di San Francesco e San Domenico.
Quello di Odofredo Denari costituisce il capofila dei mausolei a piramide bolognesi. Eretto nel 1268, riprende l'archetipo classico della piramide sostenuta da una struttura a colonne.

Il sepolcro si trova però in una loggia aperta su archi e colonnine binate di derivazione padana unendo in tal modo suggestioni di diversa origine.

Di analoga concezione è il mausoleo di Accursio e Francesco di Accursio, elevato nel 1293. Alla base su colonne si sostituisce un alto zoccolo pieno ma anche in questo caso il sarcofago, senza effige, è esposto alla vista dei passanti.
Maggiore elaborazione mostra il mausoleo di Roladino de' Romanzi, risalente al 1285.
Le quattro colonne angolari della loggia sono sostenute da leoni accovacciati mentre il sarcofago, in marmo veronese,...
...presenta un raffinato rilievo raffigurante un tralcio uscente dalle fauci di un drago dal sapore gotico.
Nei pressi della chiesa di San Domenico si trova il mausoleo, già esistente nel 1291, di Egidio de' Foscherari, lettore di diritto canonico. Ad un restauro ottocentesco dobbiamo i due archi a sesto acuto sostenuti da coonnine sul lato verso la piazza. In origine un unico arco ribassato apriva la loggia.
L'arco sul lato sinistro è costituito da un rilievo proveniente da un ciborio paleocristiano.
Pure in stile paleocristiano è il sarcofago, secondo un gusto allora in voga a Venezia, che si oppone all'ispirazione classicista degli altri mausolei.
Di carattere molto più gotico degli altri è il mausoleo di Rolandino Passaggeri, risalente al 1306.
Degna di nota è la presenza sul sarcofago, per la prima volta su scala monumentale, della scena di insegnamento ad evidenziare la gloria terrena del docente, passaporto per quella ultraterrena espressa dal gisant scolpito sull'altro lato.
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