Italia nell'Arte Medievale

Percorsi guidati nell'arte del Medioevo italiano suddivisi per aree geografiche


La cattedrale di Anagni
L'attuale cattedrale di Anagni prese il posto di un preesistente edificio su iniziativa presa dal vescovo Pietro da Salerno nel 1072. Nel 1105, alla sua morte, la chiesa doveva essere già completa. La sua struttura venne sostanzialmente mantenuta anche durante i lavori di adeguamento che vennero compiuti intorno al 1250 con la ricostruzione delle coperture e l'aggiunta degli elementi dell'arredo.
La mole della chiesa domina con la sua presenza la cittadina dall'alto del colle su cui è stata costruita. Particolarmente degno di nota è il transetto che costituisce un massiccio corpo parallelepipedo su cui si innestano i tre cilindri absidali.
Un numero molto limitato di aperture ed una serie di archetti in pietra bianca sono gli unici elementi architettonici che ne alleggeriscono la struttura.
Più movimentati sono i cilindri absidali scanditi da lesene unita tra loro da coppie di archetti. L'abside maggiore è coronata da una loggetta la cui decorazione marmorea risalta sul colore ocra del paramento murario.
Colonne eterogenee sorreggono la serie di archetti pensili che in maniera alternata si appoggiano su mensole figurate. Al di sopra una cornice è scolpita con palmette ed un cordone.
Il cilindro dell'abside maggiore è aperto da un'unica monofora con archivolto a doppio rincasso e colonnine laterali. Quelle delle absidi laterali sono di struttura più semplice.
Dal fianco destro della chiesa sporgono un'alta cappella laterale ed una terrazza sostenute da una loggia su arcate.
Al di sopra della terrazza sporge un'edicola contenente la statua di Bonifacio VIII.
Le volte inferiori della loggia intersecano sequenze di archetti pensili risalenti a costruzioni precedenti dai peducci rozzamente scolpiti.
Queste teste di lupo, leone, montone rappresentano uno dei pochi esempi di scultura figurata che si può trovare nell'edificio.
La facciata ha una struttura tripartita con tre portali di tipo campano. Le navate laterali sono illuminate da due semplici monofore; altre finestre uguali sono allineate nella parte superiore. Semicolonne addossate testimoniano dell'esistenza di un portico probabilmente mai costruito.
Il portale ha un'archivolto con la ghiera esterna sporgente. Due stretti capitelli imposta poggiano su un'architrave costituita da elementi di spoglio.

I piedritti sono costituiti da blocchi di marmo sovrapposti in maniera disordinata. Elementi scultorei classici di recupero sono utilizzati come elementi decorativi.

Interessante è l'espressione volutamente caricaturale degli animali che costituiscono l'ornamentazione del portale.
Di fronte alla facciata sorge isolato il bellissimo campanile, risalente al XII secolo. Si tratta di un campanile di stile lombardo la cui base è aperta sui quattro lati da alte arcate a tutto sesto.
Nell'interno la chiesa si presenta sostanzialmente nella forma originaria, in particolare nell'alternanza dei sostegni.
In epoca gotica l'intervento interessò soprattutto la copertura della navata centrale, lignea con arconi ogivali trasversi, e le mensole e semicolonne addossate ai muri per sostenerne la spinta.
Al livello dei capitelli delle colonne si osservano enigmatici rilievi che colpiscono per la loro arcaicità.
Le navate conservano il pavimento eseguito da Cosma tra il 1224 ed il 1227. Nella navata il percorso verso l'altare è definito da una serie continua di cinque rotae unite da nastri. La zona presbiteriale, rialzata su un basso gradino, è decorata da due serie di tre rotae allineate separate da una composizione in cui il cerchio centrale è racchiuso da un quadrato.
Ai lati del percorso centrale si allineano elementi di forma rettangolare, i "tappeti di preghiera", che nelle navate laterali sono intercalati da poche rotae.
Nel prebiterio si conservano gli arredi che furono eseguiti intorno al 1250. Lo spazio sacro è isolato da transenne marmoree con intarsi cosmateschi.
All'interno di una struttura marmorea, riquadri in marmi pregiati sono bordati con tarsie eseguite con paste vitree, pietre, lamine d'oro.
Sull'altare si trova il ciborio, di tipo romano con multiple loggette su colonnine sovrapposte.
Alla bottega del Vassalletto possono essere attribuite la candelabro pasquale e la sede vescovile.
Il candelabro consta di una colonna tortile ricoperta con tarsie, poggiante su una base sorretta da sfingi e da un telamone che sorregge il sostegno del cero.
Il pavimento cosmatesco si estende anche alla superficie dietro l'altare.

Di fronte a quest'ultimo si apre la fenestrella confessionis.

Sulla sinistra della navata si apre la cappella Cajetani, costruita alla fine del XIII secolo per ospitare i resti di autorevoli membri della famiglia cui apparteneva Bonifacio VIII.

Si tratta di una struttura cuspidata su colonnine e pinnacoli che ricopre due sarcofaghi decorati con lo stemma dei Cajetani e con altri disegni cosmateschi. Di fronte, l'altare parallelepipedo con colonnine angolari.

Si segnala, pur non potendo riportare le immagini, quello che è il tesoro della cattedrale, cioé il ciclo degli affreschi della cripta, eseguito tra il 1231 ed il 1250 da almeno tre "Maestri".
Gli affreschi possono essere raccolti in tre nuclei tematici: la posizione dell'Uomo nel Cosmo, i racconti dell'Antico Testamento e le figurazioni agiografiche ed apocalittiche. L'importanza del ciclo sta nella grande varietà di suggestioni, sia dal punto di vista iconografico che nell'esecuzione, che testimoniano della complessità del panorama pittorico duecentesco.
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