Italia nell'Arte Medievale

Percorsi guidati nell'arte del Medioevo italiano suddivisi per aree geografiche


La cattedrale dei Ss. Giovanni e Paolo a Ferentino
La cattedrale di Ferentino sorge sul punto più alto dell'abitato, occupato in origine dall'acropoli romana. Si tratta di un edificio edificato tra il 1106 ed il 1113, durante il pontificato di Pasquale II, in accordo con un'iscrizione posta su una transenna del presbiterio che registra la collocazione di reliquie di S. Ambrogio sotto l'altare. Il monumento è ancora leggibile nonostante i restauri della fine del XIX secolo.
La facciata ha una semplice struttura a salienti ed è aperta da tre portali di tipo campano, caratterizzati da architrave e piedritti lisci e da archivolto delimitato esternamente da una ghiera a decorazione classica.
Interessanti sono i rilievi sulle mensole della ghiera. In quello centrale si osservano due botticelle, in quelli laterali teste di caprone e maschere feline.
Un quarto portale si trova all'estremità orientale del fianco dove si aprono due serie di monofore, di cui le inferiori rispristinate dai restauri con una strombatura di invenzione.
Il prospetto posteriore domina il cortile del palazzo vescovile con tre absidi, di cui la centrale molto più voluminosa delle laterali. Due piatte lesene collegate da archetti su peducci scolpiti nascono da un alto basamento.
Nei pressi delle absidi si leva il campanile la cui parte terminale è divisa in tre sezioni per mezzo di mensole su peducci. Solo le più alte sono forate da bifore e trifore mentre una cornice ad archetti molto aggettanti corona la costruzione.
L'interno è a tre navate a sostegni alternati. Durante i restauri infatti da quattro pilastri sono emerse altrettante colonne con capitelli medievali derivati dal tipo corinzio.
Il presbiterio è rialzato rispetto al pavimento della navata ed è dominato dal ciborio, opera del marmorario Drudo da Trivio, risalente agli anni '30 del XIII secolo.
Il ciborio è di tipo romano, costituito da una copertura a due gallerie su colonnine sovrapposte sormontate da un'edicola. Le quattro colonne che sostengono la struttura hanno bei capitelli classicheggianti finemente scolpiti.
La decorazione del ciborio si gioca nel contrasto tra il marmo bianco e le fasce intarsiate.
L'altare è sorretto da colonnine tortili ed ha un frontale decorato da due larghe lastre marmoree circolari.

Al di sotto si apre la fenestrella confessionis schermata da una lastra traforata.

Il presbiterio è delimitato da transenne costituite da lastre finemente decorate a tarsie marmoree.
Dello stesso periodo si conserva il massiccio candelabro pasquale tortile.
Una porta marmorea conduce alla sacrestia. Intorno alla porta sono stati riutilizzati rilievi marmorei riconducibili all'opera dei marmorari romani del XIII secolo.
All'inizio della navata si conservano due eleganti acquasantiere su colonnine tortili ricoperte con decorazioni scolpite ed intarsiate.
Il pavimento cosmatesco viene fatta risalire all'inizio del Duecento. Si tratta dell'opera di Jacopo, uno dei marmorari più noti del periodo.
La struttura decorativa prevede la sequenza di rotae che identificano il percorso processionale affiancato dai più semplici "tappeti di preghiera".
La sequenza di rotae è interrotta al centro da una figura a cinque cerchi collegati da nastri che marca una delle soste della marcia processionale.
Nei pressi dell'altare la sequenza di spezza in una serie di tre piccoli "tappeti" decorati con tarsie marmoree più piccole.
Un'attenta osservazione evidenzia la grande varietà degli schemi decorativi utilizzati dai marmorari.
Tra gli arredi sacri della chiesa rimane da segnalare il pulpito, opera rinascimentale che riprende in maniera letterale gli schemi decorativi dei campionesi del periodo gotico.
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