Italia nell'Arte Medievale

Percorsi guidati nell'arte del Medioevo italiano suddivisi per aree geografiche


L'abbazia di Fossanova
Fondata nell'VIII secolo dai monaci di Montecassino l'abbazia prese il nome di Fossanova solo nel 1135 quando venne affiliata all'ordine cistercense come figlia dell'abbazia di Hautecombe, anch'essa in origine appartenente ai benedettini. I lavori della chiesa iniziarono nel 1163 mentre la consacrazione avvenne nel 1208 per mano di Innocenzo III. I lavori continuarono sino alla fine del XIII secolo.
La pianta della chiesa è uguale a quella di Fontenay. Il coro ha terminazione piatta e si estende per due campate inserendosi sul transetto sul braccio orientale del quale si aprono due cappelle per lato.

Pesanti contrafforti si inseriscono in corrispondenza degli angoli e delle campate.

Il muro del coro è aperto da tre monofore ogivali inquadrate da un archivolto poggiante su colonnine. Al di sopra si trova un rosone ad otto lobi inserito in un arco pure su colonnine.
I muri di terminazione del transetto sono aperti da tre monofore allineate di cui solo la centrale ha i piedritti decorati da colonne. Singole finestre aprono le campate del muro orientale del transetto e delle sue cappelle.
La struttura del braccio meridionale del transetto è stata modificata dalla costruzione di locali al di sopra delle cappelle orientate.
Sulla crociera del transetto sorge la torre ottagonale forata da due livelli di bifore e coronata da un lanternino, pure aperto da bifore.
La facciata fu l'ultima parte della chiesa ad essere completata. Lo si deduce dall'attenzione data agli aspetti decorativi per rispecchiare un mutato gusto all'interno dell'ordine cistercense.

Degna di nota è l'elevazione della navata maggiore testimoniata dall'altezza della sezione centrale della facciata.

La facciata è aperta da un rosone di più di cinque metri di diametro e da un grande portale ogivale a fascio inserito in una struttura a timpano che si sovrappone alle arcature del demolito portico.
Il portale ha un archivolto modanato e piedritti arricchiti da colonne con capitelli fogliati dai rilievi minuti e precisi, alternati a mensoline.
Molto interessanti sono due dei capitelli dei semipilastri del portico, per la finezza del rilievo e la raffinatezza della decorazione.
La lunetta è riempita con un mezzo rosone cieco ad archi intrecciati che poggia su una larga architrave. Il tutto è ricoperto con tarsie policrome la cui esecuzione è stata attribuita a maestri cosmateschi campani.
L'interno, attualmente in restauro, è a tre navate su pilastri compositi. La copertura è a crociera senza costoloni, i quali appaiono solo all'incrocio di navata e transetto.
Le semicolonne che sul lato interno della navata centrale salgono a sostenere la ricaduta degli archi trasversi, non giungono a terra ma, cosa tipica delle chiese cistercensi, si interrompono a tre metri d'altezza su mensole a semicono.
Interessante la strombatura delle finestre del transetto, più pronunciata in quelle laterali, meno nella centrale. Nella parte bassa del braccio destro si apre la porta che conduce al dormitorio dei monaci.
Le navate laterali hanno la stessa ampiezza delle campate rettangolari della navata centrale ma sono sensibilmente più strette e basse.
Il coro ed i bracci dei transetti sono costituiti da due campate rettangolari che convergono verso la campata centrale quadrata. La navata principale è composta da altre sette campate rettangolari.
I capitelli sono di tipo tutti di tipo fogliato ma possono essere raccolti in due categorie. Da un lato quelli che riptoducono le foglie d'acqua in maniera molto stilizzata...
... dall'altro quelli dove lo scultore ha maggiormente esercitato la sua fantasia nello sviluppare temi decorativi più complessi. Forse questi capitelli appartengono ad una seconda fase costruttiva rispetto ai primi.
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