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Il duomo di Gaeta
Del duomo di Gaeta, intitolato a S. Erasmo, consacrato nel 1106 rimane molto poco a seguito della ricostruzione avvenuta nel XVII secolo. Della fabbrica medievale si conserva il poderoso campanile, dovuto alle maestranze romane dirette da Niccolò d'Angelo (tra il 1148 ed il 1170). La terminazione a cupolette risale invece al 1279 circa.
Il campanile è impostato su un basamento in pietra aperto da arconi ogivali al di sotto del quale si stende una scalinata che conduce ad un accesso alla chiesa. Delle colonne di reimpiego trovano posto a coppie sui piedritti degli archi.
Nella base del campanile si conservano due rilievi provenienti dallo smembrato ambone del duomo raffiguranti la pistrice che inghotte e sputa Giona (XIII secolo).
Al di sotto si osservano due bei sarcofaghi romani.
La base del campanile è priva di decorazioni se si esclude la cornice che lo divide in due parti all'altezza dell'imposta dell'arco ogivale. Resti scultorei romani di reimpiego si osservano su tuttta la superficie. In alto è stato murato un leone stiloforo medievale.
Il campanile è costruito in laterizio ed è caratterizzato da una grande ricchezza decorativa dove elementi di matrice romana si uniscono ad influenze campane ed islamiche.
I piani sono delimitati da elaborate cornici aggettanti a dentelli e dente di lupo di chiara matrice romana.
Nei piani superiori alle cornici si sovrappongono fasce ad intarsio e finte logge su archetti intrecciati ed ogivali che richiamano i campanili campani.
Di grande ricchezza è la sommità costituira da un elemento ottagonale ricoperto da un tetto piramidale affiancato da quattro torrette angolari.
All'interno nulla rimane della primitiva costruzione. Alcuni saggi nei pilastri della navata mostrano i sostegni originari di reimpiego.
All'interno della chiesa si conserva un candelabro pasquale istoriato con scene della vita di Cristo e di S. Erasmo, opera di un marmorario romano del XIII secolo.
Le formelle sono affollate da personaggi e gli effetti prospettici sono sostanzialmente mancanti se non in alcuni casi. Molto bella a questo proposito la formella che raffigura una nave da guerra che si avvicina ad una città a strapiombo sul mare.
Molto interessanti sono anche i dettagli iconografici. Navi, porte e fortezze sono raffigurate con realismo. Lo stesso accade per le armature, come per esempio nelle formelle dedicate all'arresto ed alla Resurrezione di Cristo.
Nella chiesa sono osservabili numerosi elementi scultorei erratici provenienti dalle suppellettili liturgiche medievali.
Nei pressi del duomo si trova la chiesa di S. Giovanni a mare, fondata alla fine del X secolo ma trasformata in epoca successiva, forse nel XII secolo.
La chiesa è interessante per la sovrapposizione di una struttura basilicale a tre navate terminanti in tre absidi semicircolari con il motivo della croce greca con la cupola centrale su quattro colonne.
Il tiburio cupolato centrale è coronato da archi pensili ed è decorato con motivi ad intarsi di tufo di tradizione campana.