Italia nell'Arte Medievale

Percorsi guidati nell'arte del Medioevo italiano suddivisi per aree geografiche


San Francesco a Vetralla
La chiesa originariamente intitolata a Maria viene ricordata a partire dalla fine dell'XI secolo. Nel 1187 la città di Vetralla, e probabilmente la chiesa di S. Maria, venne distrutta dai viterbesi. L'altare maggiore della chiesa venne consacrato al tempo di Clemente III (1187-91) mentre è probabile che il rifacimento della chiesa fosse terminato nel 1207, anno in cui è registrata la visita di Innocenzo III. Ai primi del XV secolo la chiesa venne dedicata a S. Francesco e in seguito venne alterata radicalmente. I restauri del XX secolo l'hanno riportata alle forme romaniche.
La chiesa ha struttura basilicale ed è costruita completamente in tufo. Le fasce sottogronda sono tutte sottolineate da archetti pensili; le absidi sono scandite da numerose semicolonne.
Il campanile si affianca al lato destro della chiesa ed ha una semplice struttura. Una cornice delimita la cella campanaria aperta da un ordine di bifore.
I fianchi presentano una muratura liscia e sono aperti da poche monofore. Una singola porta costituisce l'accesso secondario sul fianco sinistro.
Negli archetti pensili della navatella sono inserite delle decorazioni a zig-zag in cotto.
La facciata a doppio spiovente ha un solo portale a doppio rincasso con un'archivolto liscio in marmo che risalta sul fondo della muratura.
La ghiera interna dell'archivolto si prolunga su due colonnette divise da anelli. Nella lunetta è decorata con rilievi a soggetto vegetale.
I capitelli sono ricoperti con due ordini di foglie che si differenziano naturalisticamente per la disposizione delle nervature in particolare in quello sinistro.
L'interno è a tre navate su colonne che sorreggono archi a doppia ghiera. Un arco trionfale separa la navata dal presbiterio scandito da un unico arco di maggiore ampiezza.
Le colonne sono leggermente rastremate e sono coronate da capitelli scolpiti che richiamano direttamente quelli della cattedrale di Viterbo.
I capitelli sono in massima parte vegetali, dalle ampie foglie ricoperte da fini rilievi.
Alcuni capitelli riprendono il tipo classico composito inserendo elementi figurati tra le volute.
Il capitello di fattura più accurata e che meglio richiama i modelli viterbesi è quello con i delfini affacciati.
La cripta che si estende sotto il presbiterio è triabsidata ed è divisa da colonne di reimpiego e di tufo in sei navatelle. La pianta è piuttosto irregolare e non è in asse rispetto alla chiesa a dimostrare, forse la sua preesistenza rispetto all'edificio soprastante.
Sul lato occidentale, di fronte all'altare, si aprono due nicchie affiancate di incerta funzione.
I capitelli sono in genere fogliati e molto consunti. Un semicapitello con delfini affacciati richiama quello della navata.
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