Italia nell'Arte Medievale

Percorsi guidati nell'arte del Medioevo italiano suddivisi per aree geografiche


San Salvatore a Capodiponte
Il monastero di S. Salvatore costituisce uno dei meglio conservati esempi di architettura cluniacense nel nostro paese. Già presente nella lista delle fondazioni cluniacensi nel 1095, il monastero decadde rapidamente fino a terminare in commenda nel 1570. Molto poco rimane degli edifici conventuali mentre la chiesa si conserva nelle forme originali.
La facciata a capanna è preceduta da un breve spazio oltre il quale il pendio degrada rapidamente. Era preceduta da un nartece di cui rimangono gli archi terminali ed i pilastri addossati sulla facciata e cui si accedeva da un ingresso posto sul lato settentrionale.
Nella sezione centrale si apre un portale a strombo modanato dall'ampia lunetta
L'imposta dell'arco è segnata da stretti capitelli a fogliami che proseguono sui muri con un rilievo a palmette a sinistra, con uno decorato con animali a destra.
Al di sopra del portale si aprono una bifora a doppio rincasso con una colonnina con capitello a gruccia ed una finestra cruciforme.
Molto bello è il fianco settentrionale dove le linee orizzontali della navata sono interrotte dallo slancio verticale della facciata del transetto ripreso dal tiburio.
Il prospetto orientale è caratterizzato da the ampie absidi che si elevano al di sopra di un alto zoccolo. Le absidi sono scandite da lesene unite da coppie di archi pensili che ricadono su capitelli a spigolo smussato.
Il fianco meridionale riprende le linee dell'altro anche se la muratura presenta un'esecuzione meno raffinata in quanto su questo lato si trovavano gli edifici del monastero. Molto bello il tiburio ottagonale a facce disuguali che riprende modelli francesi.
L'interno della chiesa riprende la complessità volumetrice dell'esterno. La pianta è a tre navate concluse da absidi. Il presbiterio ed il corpo occidentale sono divise dal transetto non eccedente che isola una campata centrale coperta dalla cupola.
Le prime tre campate ricadono su massicce colonne. mentre le navatelle sono coperte da crociere, la navata centrale aveva in origine una copertura lignea. L'incrocio del transetto con la navata è marcato da quattro pilastri che sorreggono la cupola.
La cupola è ellittica e non ricade direttamente sui pennacchi di raccordo ma su una sorta di pre-cupola che ne aumenta la spinta verticale. Arco ciechi che raggiungono l'altezza della navata e che sono aperti da monofore schermano i bracci del transetto, soluzione questa resasi necessaria per motivi statici.

Le colonne presentano capitelli raffiguranti draghi bicorpo, aquile e sirene, eseguiti con grande ricerca di effetti plastici.

Fa eccezione il secondo capitello a sinistra dove animali mostruosi si affrontano sullo sfondo di racemi, il tutto eseguito con rilievo piatto e secondo uno stile che richiama esempi scandinavi. Sul lato orientale una figura sdraiata raffigura forse Giona uscito dal ventre della balena.
Più classici sono i semicapitelli posti sui pilastri, con faccine umane che sporgono al centro dell'abaco.
Originale è anche l'altare, costituito da una lastra monolitica posta su un corto spezzone di colonna dotata di un capitello a spigoli smussati.
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