Italia nell'Arte Medievale

Percorsi guidati nell'arte del Medioevo italiano suddivisi per aree geografiche


Il castello di Pandino
Il castello di Pandino, costruito tra il 1354 ed 1361 da Barnabò Visconti, è uno degli esempi meglio conservati di residenza fortificata trecentesca in Lombardia. I rivellini sulle porte meridionale e settentrionale sono stati edificati intorno al 1469 da Ludovico il Moro. Il castello ha una pianta quadrata con alte torri angolari.
Cornici marcapiano sottolineano i piani delle torri; il primo ed il secondo piano presentano una bifora mentre il piano terra è aperto da monofore.
Le stesse aperture caratterizzano anche i fianchi del castello.
I rivellini costruiti a protezione delle porte presentano du eponti levatoi e caditoie. Sopra queste ultime, aperture circolari testimoniano l'utilizzo di armi da fuoco.
Le difese del rivellino prevedono un limitato numero di feritoie che coprono i fianchi del castello e, sul lato verso il cortile, una porta dotata di saracinesca.
Il cortile interno presenta su tutto il perimetro un portico su archi a sesto acuto che sorreggono una loggia architravata.
Sul lato orientale del cortile si apre un ampio salone introdotto da una serie di archi.
I muri del portico sono ricoperti di decorazione architettonica a schema geometrico.
Gli stemmi dei Visconti e dei Della Scala sono raffigurati alternati a seguito del matrimonio di Barnabò Visconti e Regina della Scala.
Degna di nota è anche la raffigurazione dell'impresa di Barnabò, il leopardo in campo quadrato nero il cui capo è coperto da elmo con cimiero. Accompagna l'impresa un cartiglio con le iniziali D(ominus) B(arnabos).
Anche i muri della loggia sono completamente decorati di uno schema geometrico in cui trovano posto, alternati, gli stemmi araldici.
Finti intarsi di marmo riempiono gli spazi del reticolato geometrico.
Una stanza al primo piano conserva una bellissima decorazione ad effetto tridimensionale. Una loggia su colonnine circonda la sala mentre al primo piano una serie di finte bifore simula un attico.
Raffinati finti intarsi marmorei ricoprono il fondo della loggia.
Spazio viene comunque lasciato per la raffigurazione di morbidi elementi decorativi di derivazione vegetale.
Nella parte superiore le bifore dipinte sono alternate da pannelli ad intarsio marmoreo.
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