Italia nell'Arte Medievale

Percorsi guidati nell'arte del Medioevo italiano suddivisi per aree geografiche


Il duomo di Arezzo
Dedicato al patrono di Arezzo S. Donato, il duomo è un grandioso edificio iniziato alla fine del XIII secolo e terminato nelle parti principali nel 1511. Nel XIX secolo venne innalzato il campanile mentre la facciata è stata costruita nel XX. Il prospetto posteriore è dominato dalla alta abside centrale poligonale, aperta da ampie bifore collocate tra i contrafforti angolari.
La mole del campanile, la cui cuspide venne terminata solo all'inizio del XX secolo, esalta la verticalità della navata.
I fianchi hanno una decorazione che si limita ai coronamenti di archetti ed alle parti sommitali delle finestre.
L'uso limitato del contrasto cromatico contribuisce ad evidenziare le ampie finestre della navata.
Sul fianco destro si apre un bel portale trecentesco racchiuso all'interno di un falso protiro coronato da una cuspide.
Nella lunetta si trova un gruppo scultoreo eseguito intorno al 1330 e raffigurante la Vergine allattante tra S. Donato e S. Gregorio X; sullo sfondo due angeli reggicortina.
Le statue sono eseguite in stucco di malta di cocciopesto, con inserti di vetro in corrispondenza degli occhi; quelle principali sono a tutto tondo e volutamente aggettanti sull'archivolto del portale.
L'interno a tre navate si caratterizza per la notevole verticalità. Le volte a crociera sono coperte da affreschi di Marcillat (XVI secolo) e di Castellucci (XVII).
All'inizio della navata destra si trova il monumento funebre di Gregorio X (XIV secolo).
Il sarcofago è sormontato da una struttura architettonica su archi trilobati coronata da statue di angeli reggicero. Al di sopra del sarcofago si trova il gisant del defunto, dai tratti del volto resi in maniera molto realistica.
In fondo alla navata destra si trova la cappella Tarlati, decorata con una Crocifissione di un pittore aretino del '300, contenente un'urna marmorea del IV secolo.
Al di sopra dell'altare maggiore si trova l'arca di S. Donato, del XIV secolo.
Alla fine della navata sinistra si trova l'imponente tomba del vescovo Guido Tarlati, dovuta ad Agostino di Giovanni e Agnolo di Ventura (1330).
In quella che appare come una sorta di balconata avente sullo sfondo dei tendaggi si apre il sepolcro del vescovo su cui si trova il gisant.
Al di sotto si susseguono quattro ordini di formelle scolpite raffiguranti, le vicende della vita del defunto, spezzo con interessanti dettagli iconografici.
Al di sotto dell'organo monumentale si trova una statua reliquiario in legno policromo, opera di un ignoto scultore aretino della seconda metà del XIII secolo.
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