Il duomo di Pisa

Italia nell'Arte Medievale

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Il duomo di Pisa
Il complesso monumentale della Piazza dei Miracoli di Pisa costituisce uno degli esempi più significativi di urbanistica medievale in senso assoluto: nonostante che gli edifici che lo compongono (il duomo, il battistero, la torre ed il camposanto) siano stati costruiti tra la metà dell'XI e la fine del XIV secolo, il complesso ha mantenuto una straordinaria unità architettonica.

Il duomo, che ne costituisce il fulcro, rappresenta uno degli edifici più significativi nel panorama del romanico italiano. Iniziato dopo il 1064 sotto la guida di Buscheto in un momento di grande espansione dell'influenza pisana nel Mediterraneo, la chiesa doveva essere a buon punto nel 1118 quando fu benedetta da papa Gelasio II. In seguito vennero aggiunte tre campate occidentali alla navata cui venne addossata la facciata attuale, dovuta a Rainaldo. I lavori continuarono sino alla fine del XIV secolo quando fu costruita la loggetta attorno alla cupola. Un incendio rovinoso avvenuto alla fine del XVI secolo ha richiesto numerosi restauri ed integrazioni.

La navata venne allungata di tre campate all'inizio del XII secolo modificando il progetto originario di Buscheto. Come si nota dalla vista laterale la sezione aggiunta da Lanfranco continua sui fianchi il partito decorativo del progetto originario.
Tutto il monumento è scandito da tre ordini sovrapposti: ad archi ciechi quello inferiore, a lesene architravate quello intermedio, di nuovo ad archi su semicolonne quello superiore.
Tutti gli spazi isolati da archi e lesene sottendono finestre (rettangolari nell'ordine intermedio) o oculi e rombi gradonati. Ovunque gli elementi decorativi sono arricchiti da intarsi marmorei policromi.
Delle absidi si staccano dalle facciate dei transetti.
Nei cilindri si ripete la sovrapposizione degli ordini con alcune modifiche: quello inferiore è di altezza ridotta con semicolonne al posto delle lesene; quello intermedio è compattato mentre quello superiore, su semicolonne, ha un'altezza pari all'ordine intermedio del corpo dell'edificio.
Gli archi dell'ordine inferiore dell'abside meridionale sono decorati con intarsi policromi particolarmente elaborati.
Una più ampia abside si apre sul prospetto orientale. Qui gli ordini superiori sono sostituiti da due loggette sovrapposte, quella inferiore su archi, quella superiore architravata.
Ovunque si possono trovare reminiscenze classiche, nelle cornici o nei piedritti scanalati delle finestre absidali.
Su una finestra del coro si nota l'interessante riutilizzo di un rilievo romano raffigurante il porto di Pisa.
All'intersezione del braccio meridionale del transetto col coro si apre la porta di S. Ranieri, interessante per l'ampia architrave scolpita a racemi classicheggianti.
La porta di S. Ranieri conserva due ante bronzee eseguite da Bonanno, autore anche delle perdute porte dei portali di facciata. Queste ante comprendono venti storie della vita del redentore e della sua teofania.
Incorniciate da colonne tortili e da rosette carnose, le formelle sono affollate da figure umane accuratamente disposte nello spazio.
Le figure sono rese con effetti plastici diversi in funzione della posizione reciproca in una continua ricerca della profondità.
Le strutture architettoniche fuoriescono dal piano di fondo a coprire i personaggi protagonisti delle scene.
Analogamente l'altezza differente del rilievo caratterizza scene temporalmente distanti, come la venuta dei Magi ed il Peccato Originale.
La stessa struttura architettonica si ripete sul lato settentrionale, anche se la ricchezza decorativa qui appare inferiore.
All'incrocio tra navata e transetto si erge la cupola a pianta a cerchio schiacciato con l'asse maggiore in direzione Est-Ovest. La loggetta cuspidata che la circonda fu costruita dopo il 1383 da Puccio di Landuccio, probabilmente a scopo di rinforzo.
La facciata edificata da Lanfranco nel XII secolo non riprende i motivi decorativi del resto del paramento pur non distaccandosene completamente.
L'ordine inferiore è costituito da archi ciechi su colonne addossate. Tre portale costituiscono gli accessi all'edificio. Le colonne ai lati del portale maggiore sono ricoperte da rilievi classicheggianti opera di restauro.
Al di sopra, quattro loggette su colonne si sovrappongono seguendo i salienti della facciata.
Le loggette sono decorati da cornici scolpiti con fini rilievi e da intarsi policromi.
Si tratta in massima parte di rifacimenti seguiti all'incendio del XVI secolo che ha avuto un pesante impatto sul marmo della facciata.
In epoca gotica sono stati aggiunti i gattoni rampanti dei profili del tetto e le statue di Evangelisti ed angeli di Giovanni Pisano. Al vertice la statua della Madonna di Andrea Pisano. Anche in questo caso si tratta di copie.
I capitelli delle logge sono di tipo corinzio arricchiti col motivo delle protomi sporgenti dalla vegetazione.
Sulla facciata si trovano le testimonianze dei principali artefici del duomo. A sinistra è inserito il sarcofago di Buscheto mentre una scritta a destra del portale centrale ricorda Rainaldo. Nel pilastro sinistro al livello del marciapiedi un'altra scritta ricorda Guglielmo, artefice del primo pulpito del duomo, ora conservato a Cagliari.
Nei pressi della zona absidale del duomo sorge il famoso campanile pendente. Alto 56 metri e con un diametro alla base di 16 metri, la costruzione doveva nel progetto originale probabilmente superare i 70 metri. Arrivati al terzo ripiano nel 1185 i lavori vennero interrotti in quanto si manifestarono i cedimenti del terreno che ne hanno causato la pendenza. I lavori ripresero tra il 1275 ed il 1284 quando furono nuovamente interrotti al sesto ripiano.
Nel 1350 si decise di non innalzare ulteriormente il campanile che venne terminato con la cella campanaria di Tommaso Pisano. Prima di costruirla Tommaso riportò in orizzontale il pavimento del settimo piano rialzandolo di 45 cm sul lato della massima pendenza allo scopo di compensare l'inclinazione della torre.
La torre riprende la struttura della facciata di Lanfranco, con un primo livello ad archi ciechi su colonne sormontato da sei logge su colonnine. Il paramento bicromo ricorda però quello buschettiano del duomo. Nonostante il lungo periodo di costruzione la torre non ha pertanto perso l'omogeneità con la vicina chiesa.
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