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San Nicolò a San Gemini
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La chiesa di San Nicolò, posta al di fuori dell'abitato di San Gemini, è menzionata per la prima volta nel Regesto di Farfa del 1036. A quella data San Nicolò faceva dunque parte dei possedimenti della ricca abbazia di Farfa. La chiesa venne coinvolta nelle tormentate vicende storiche della cittadina: risulta difficile ricostruire l'evoluzione dell'edificio che appare il risultato di numerosi interventi, l'ultimo dei quali il restauro del 1958.
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La torre campanile è la parte più antica dell'edificio. Subito dopo venne costruita la facciata a terminazione rettilinea secondo lo stile abruzzese.
Il portale, sormontato da archivolto, è la parte più interessante della facciata. Purtroppo si tratta di una copia in quanto l'originale venne venduto nel 1939 dallo Stato italiano al Metropolitan Museum di New York.
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Il portale è costituito da due stipiti ed un'architrave ricoperti con rilievi eterogenei. I tre elementi sono stati poi integrati grossolanamente nei punti di contatto. L'elemento più semplice è lo stipite di destra dove si affiancano due fasce, quella interna decorata a losanghe, quella esterna con un tralcio di vite.
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Più ricca è la decorazione dell'architrave: una fascia di foglie d'acanto si ditribuisce tra una fascia a girali ed una sequenza di elementi figurati.
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Lo stipite destro è percorso da un girale molto meno schematico tra e cui volute trovano posto alcuni elementi figurati, quali un angelo con un fiore.
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Alla base degli stipiti sono posti due leoni accucciati di fattura diversa. Anche in questo si conferma la scarsa unitarietà del programma decorativo del portale.
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Anche l'interno si presenta scarsamente unitario avendo subito numerosi interventi, quali per esempio il rifacimento delle absidi in epoca gotica. Due file di colonne alternate a pilastri costituiscono i supporti.
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La colonna posta a destra dell'entrata ha un capitello classico di reimpiego (III secolo) cui è sovrapposto un pulvino decorato a foglie.
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Gli altri capitelli fanno parte di un insieme omogeneo nel quale una serie di foglie lisce è quasi sempre sormontata da caulicoli.
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Alla stessa bottega dell'XI secolo sono attribuibili i capitelli dei pilastri, ancora più essenziali nel decoro.
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L'unico capitello che si differenzia per libertà e plasticità dell'esecuzione è il secondo di sinistra. Si può ipotizzare per quest'opera una data di esecuzione più recente (XIII secolo ?).
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All'interno della chiesa si conserva un leone stiloforo che abbatte un montone, proveniente da un portale smembrato.
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