Italia nell'Arte Medievale

Percorsi guidati nell'arte del Medioevo italiano suddivisi per aree geografiche


San Vitale a Ravenna
San Vitale è l'unico edificio religioso che abbia caratteristiche architettoniche bizantine. Iniziata verso il 526, la sua costruzione continuò almeno sino al 547 quando fu dedicata dal vescovo Massimiano. San Vitale è molto probabilmente un martirion, costruito al posto di una precedente del V secolo. La sua pianta ottagonale lo colloca nella tradizione di questa tipologia di edifici.
Su un corpo a pianta centrale si innesta a Sud il tetto a falde del presbiterio che si conclude con un'abside poligonale affiancata da due piccoli locali (prothesis e diakonikon).
Altre due piccole cappelle a pianta circolare con abside rettangolare, dedicate a Gervasio e Protasio ed a Nazario e Celso, si trovano all'esterno della struttura del presbiterio.
Il corpo principale dell'edificio ha delle facce scandite da lesene ed aperte da due ordini di ampie finestre. Contrafforti ad arco probabilmente posteriori sostengono la struttura. Al centro si eleava il tiburio, anch'esso aperto da finestre con cornice a rincasso.
Sul lato occidentale si trovano le due torri scalari che consentono l'accesso al matroneo. Una delle due è stata rialzata in epoca posteriore. Su questo lato si l'ampio atrio che dà accesso al chiostro.
L'interno presenta un nucleo centrale ottagonale ricoperto da una cupola decorata nel XVIII secolo. Su sette dei suoi lati si aprono eleganti esedre su coppie di colonne disposte su due piani. Verso Sud si apre il presbiterio costituito da una campata voltata a crociera che precede l'abside.
La campata che precede l'abside ospita al centro l'altare. Ai lati, il passaggio verso il deambulatorio che circonda l'ambiente centrale è schermato da due colonne che sorreggono piccoli archi sormontati da un più ampio arco cieco.
Molto belli sono i capitelli imposta ricoperti di delicati trafori. Al di sopra i pulvini presentano coppie di agnelli affrontati ai lati di una croce e coppie di volatili che bevono da un cantaro.
Coppie di capitelli imposta sono posti anche sulle colonne delle finestre che si aprono sul matroneo. A Nord in particolare si segnalano i due capitelli del tipo "increspato".
Al di sopra del livello degli archi del matroneo si innalza il tiburio aperto da finestre di tipo paleocristiano; Al di sopra la cupola ridipinta nel XVIII secoo ma che doveva essere ricoperta di mosaici.
I pilastri che separano le esedre sono ricoperte da lastre di marmo multicolore di grande bellezza. Al livello del matroneo i pilastri diventano scanalati.
Le colonne inferiori delle esedre hanno interessanti capitelli imposta dalle facce scolpite con palmette.
La parte più importante della chiesa è il prebiterio che conserva intatta la sua magnifica decorazione.

Il cilindro absidale è occupato da un sedile continuo che termina nella sedia episcopale. Di fronte un mosaico raffigurante un tralcio rigoglioso popolato con pavoni ed altri uccelli.

Di grande ricchezza è la decorazione degli schienali, ricoperti da intarsi marmorei intorno a grandi cerchi in porfido.
La fronte dell'altare è costituita da una lastra marmorea di origine bizantina raffigurante due agnelli ai lati di una croce.
Al centro dell'abside si trova Cristo assiso sul globo del mondo e affiancato da due ageli. Al di sotto, da una roccia sgorgano i quattro fiumi del Paradiso.
Pur all'interno di uno schema figurativo bizantino, Cristo è raffigurato giovane ed imberbe, secondo un'iconografia tardo-antica.
Alla Sua destra San Vitale, vestito come un dignitario bizantino, riceve la corona di martire; alla sinistra il vescovo Ecclesio offre il modello della chiesa.
Ai lati dell'abside si trovano i mosaici più famosi e sorprendenti di S. Vitale. A destra è raffigurata in posizione frontale la regina Teodora, preceduta da due dignitari e seguita dal suo corteggio. Le figure sono disegnate senza profondità, sollevate dalla dimensione terrena per assurgere ad un livello divino, stato simboleggiato anche dall'aureola.
La regina sta offrendo un prezioso calice alla chiesa. Il suo gesto è assimilato a quello dei Magi che sono ricamati sul suo mantello purpureo.
Dalla parte opposta una composizione simmetrica raffigura Giustiniano che offre i suoi doni, preceduto da rappresentanti del clero tra cui il vescovo Massimiano si accinge a consacrare la chiesa. Dietro di lui alcuini dignitari e soldati della guardia imperiale.
Anche se la raffigurazione deve rendere una dimensione soprannaturale, i personaggi sono fortemente caratterizzati tanto da dare l'impressione di trovarsi di fronte a ritratti.
Soprattutto nella raffigurazione dei membri del seguito dei sovrani i mosaicisti hanno dato sfogo alla loro capacità sfoggiando una tavolozza di grande ricchezza, caratteristica dei mosaici di Ravenna.
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