Italia nell'Arte Medievale

Percorsi guidati nell'arte del Medioevo italiano suddivisi per aree geografiche


La cattedrale di S. Maria e S. Valentino a Bitonto
Anche l'interno riprende in misura ridotta le proporzioni della chiesa di Bari. A differenza di questa però è perfetta l'armonia e la proporzione tra le parti, a testimoniare una breve fase costruttiva senza ripensamenti. Le navate sono divise da colonnati intercalati a metà lunghezza da un pilastro composito. Degno di nota è il fatto che l'ampiezza degli archi diminuisce andando verso l'arco trionfale per accentuare l'effetto di fuga prospettica.
Al di sopra degli archi longitudinali si aprono le ampie trifore del matroneo. Il cleristorio è costituito da semplici monofore sormontate da una fascia di archetti.
Sulla controfacciata un passaggio sospeso su archi aggettanti collega i matronei.
Le colonne sono coronate da bei capitelli corinzieschi scolpiti con diffuso utilizzo del trapano. Le volte delle navatelle sono state ricostruite in epoca moderna.
I capitelli sono decorati da due ordini di foglie d'acanto su cui si inseriscono elementi astratti. Alcuni presentano in corrispondenza delle volute protomi animali e volti umani.
Due capitelli si differenziano: quello posto sulla prima colonna di sinistra raffigura Alessandro Magno sollevato in cielo dai grifi, simbolo di superbia. Il secondo ha struttura a cesto, fasciato da ampie foglie.
In corrispondenza delle scale che conducono alla cripta i semipilastri delle navatelle sono decorati da sculture che richiamano matrici padane. Molto bello quello di sinistra dove un atlante è sormontato da una creatura ofidica armata di mazza e scudo tondo.
Di grande purezza di forme è il corpo del transetto dove tre absidi poco profonde si innestano direttamente sulla parete di fondo; un rincasso appena accennato viene ricavato in corrispondenza dell'archivolto. Molto lineari sono anche le controfacciate dei bracci.
Molti elementi dell'arredo liturgico della chiesa sono andati persi. Si conserva il celebre ambone, pur nella ricomposizione eseguita nel XVIII secolo quanto venne spostato dal lato sinistro della navata al pilastro destro dell'arco trionfale.

E' costituito da una cassa parallelepipeda con un lettorino in forte aggetto. La scala di accesso è la parte meno originale dell'insieme. Tutti gli elementi che lo compongono sono caratterizzati da una ricca decorazione ad intreccio, a traforo, a tarsia policroma.

Sulla fronte del lettorino, decorato con fioroni in rilievo posti all'interno di cavità quadrate decorate con incrostazioni a paste vitree, si sovrappongono un'aquila ricoperta con penne dalla forma di scaglie stilizzate ed un telamone che al contrario è raffigurato in maniera molto naturalistica.
I simboli degli Evangelisti posti sulle colonnine sono, insieme al telamone gli unici elementi scultorei del pulpito che sfuggono ad una raffigurazione stilizzata.
Molto importante è l'iscrizione posta sotto il pavimento del lettorino che restituisce il nome dell'autore (un prete Nicola) e la data di esecuzione (1229).

"HOC OPUS FECIT NICOLAUS / SACERDOS ET MAGISTER ANNO MILLESIMO / DUCENTESIMO VICESIMO / NONO INDICTIONIS SECUNDE"

Una delle lastre utilizzate nella scala presenta un decorazione molto interessante per la tecnica (intarsi riempiti con mastici) e per l'iconografia (alberi carichi di frutti ed uccelli). Evidente è l'influenza della cultura arabizzante siciliana.
Sul lato della scala è posta una lastra triangolare con un celebre rilievo che raffigura, sotto una cornice aggettante, un personaggio seduto di fronte al quale si trovano altri tre personaggi in piedi ed un uccello, probabilmente un'aquila.
La mancanza di iscrizioni rende l'interpretazione della scena molto difficile. Sembra condiviso il fatto che si tratti di una scena laica dove sono raffigurati personaggi della dinastia Sveva. Sull'identità dei personaggi non esiste accordo da parte degli studiosi. Costanza di Altavilla, Federico, I, Federico II, Enrico IV e Corrado IV sono tutti possibili candidati per le diverse figure. L'importanza dei soggetti non è accompagnata da un'esecuzione di alto livello: le figure sono forntali, goffe ed inespressive, prive di ogni naturalismo.
Nella navata si conserva anche un ambone composto nel XVII secolo assemblando elementi provenienti dalla demolizione dell'ambone e dell'altare. Degne di interesse sono le decorazioni di lastre, capitelli e colonnine.
Capitelli e fusti scolpiti, sculture a traforo, tarsie a paste vitree e mastici, tutte le tecniche di decorazioni possono essere ritrovate sull'ambone.
Rimane da segnalare il bel fonte battesimale ricoperto da fini rilievi a palmette.
Sotto il transetto si estende la cripra ad oratorio, su colonnine che sorreggono volte a crociera. Tutte le colonne sono coronate da interessanti capitelli.
Sull'altare si trova un Crocifisso ligneo del XIV secolo.
I capitelli hanno tutti lo stesso schema decorativo. Un ordine di otto foglie al di sopra del quale, in corrispondenza delle volute, si trovano figure umane ed animali. Alcuni elementi della figura (code, ali) sono ricavati a rilievo basso sulle facce.
Sulle facce di alcuni capitelli sono scolpite figure intere di animali e di esseri umani, come nel caso di questo cacciatore armato di lancia.
Sui muri della cripta si conservano alcuni resti di affreschi votivi del XIV secolo.
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