Italia nell'Arte Medievale

Percorsi guidati nell'arte del Medioevo italiano suddivisi per aree geografiche


La cattedrale di Santa Maria Assunta a Troia
La cattedrale di S. Maria è il fulcro della città di Troia, fondata nel 1019 dal catapano bizantino sul luogo occupato da una città romana nell'ambito del progetto di rafforzamento contro i Longobardi di Benevento. Elevata a sede vescovile nel 1030, al posto dell'attuale chiesa esisteva un precedente edificio di cui si ignorano le caratteristiche. La nuova cattedrale venne fondata tra il 1093 ed il 1106ed intorno al 1120 doveva essere completata in forme diverse dalle attuali. Alla fine del secolo risale la decorazione della parte absidale mentre la facciata ed il piedicroce ebbero l'aspetto attuale in epoca angioina. Al XVIII secolo risalgono i bracci del transetto, quello sinistro ricostruito dopo il terremoto che causò il crollo di quello medievale, quello destro costruito ex-novo. Come sempre i restauri moderni hanno cancellato molte sovrapposizioni nell'intenzione di restituire, spesso in maniera fantasiosa, le forme originali
La facciata, rivolta a Nord, è divisa in due parti. Quella inferiore è scandita da archi ciechi ed è decorata con elementi di derivazione pisana. Il portale centrale è dotato di una porta bronzea datata 1119 che consente di far risalire a quegli anni la parte inferiore della facciata ed i fianchi che ne riprendono lo schema.

Gli archi sono decorati con intarsi do materiali di colori diversi; nei sottarchi trovano spazio con difficoltà losanghe gradonate ed oculi.

Sull'architrave del portale sono scolpiti, in stile bizantino, Cristo tra Maria e S. Pitro, i simboli degli evangelisti e i santi Eleuterio e Secondino, leggendari vescovi della città romana di Aecae che sorgeva sul luogo occupato da tria e le cui reliquie sono state trasferite nella chiesa.
I capitelli di imposta sono ricoperti con ricchi rilievi raffiguranti figure antropomorfe tra elementi vegetali con l'intento di opporre la natura demoniaca ( a sinistra) con quella paradisiaca (a destra).

Questi rilievi richiamano modelli campani dell'XI secolo, oscillanti tra la ripresa del classicismo e l'accoglimento di elementi bizantini ed islamici.

La lunetta del portale è vuota mentre lo spazio che divide l'archivolto dall'arco cieco è occupata da lastre scultoree di reimpiego inserite disordinatamente nello spazio.
Eseguite da Oderisio da benevento nel 1119, come specificato nell'iscrizione posta nell'ordine inferiore, la porta bronzea della cattedrale unisce elementi cesellati (di cui rimangono solo le formelle dell'ordine superiore, le altre sono state sostituite nel Rinascimento con raffigurazioni di vescovi) con elementi dotati di grande vigore plastico (le cornici, le maschere leonine e soprattutto i draghi alati reggi-battaglio).
Degna di nota è l'espressività ironica degli elementi decorativi che sporgono con energia dal fondo.
La parte inferiore della facciata è divisa dalla superiore da un cornicione dove la struttura classica si mescola a figure scolpite forse da maestranze ispirate dalla porta di Oderisio.
La parte superiore della facciata venne ristrutturata dopo il 1266 riutilizzando parte del materiale scultoreo preesistente. In origine quasi sicuramente al posto del rosone si apriva un triforio le cui colonne sono state riutilizzate come sostegno del finto protiro che circonda il rosone.
I leoni stilofori sono di sicuro reimpiego mentre più difficile è distinguere quanto, nella cornice dell'arcone, risale al XII secolo da quello che è stato scolpito nel XIII.
Molto interessante è il rosone, elemento architettonico di importazione nel quale sono stati inseriti petali traforati che richiamano le transenne di origine bizantina molto utilizzate nel romanico pugliese.
Il fianco Sud riprende la decorazione ad archi ciechi della facciata; sul fianco della navata centrale gli archi ricadono su colonne marmoree addossate. Entrambi gli ordini di archi sono decorati con disegni geometrici ricavati mediante l'accostamento di pietre di colore diverso.
L'ingresso laterale della chiesa, che ne costituisce l'accesso normale, è dotata di ante eseguite da Oderisio nel 1127. Di qualità inferiore rispetto a quella principale, è costituita da ventiquattro formelle di cui le dodici superiori accolgono le immagini dei vescovi di Troia.
Le figure dei vescovi sono tracciate da un filo di niello ed in taluni casi sono disegnate con un'eleganza che sembra richiamare modelli gotici francesi
Al di sotto delle maschere leonine reggi-battaglio la firma dell'autore:

"FACTOR PORTARUM FUIT ODERISIUS HARUM BENEVENTANUS".

Il fianco Nord riprende la serie di archi ciechi ma è caratterizzata da una decorazione più ricca di elementi figurati e geometrici che sembrano derivare da modelli orientali.
Particolarmente elaborata è la decorazione delle finestre e della cornice sottogronda dove si assiste alla ripresa di elementi decorativi classici.
La porta laterale ha un archivolto a ferro di cavallo che contiene una lunetta raffigurante Cristo tra due angeli mentre schiaccia il leone ed il basilisco. L'architrave è un rifacimento del XVIII secolo eseguito "all'antica".
L'unico cilindro absidale è decorato con archi aggettanti sorretti da due ordini di colonne dai capitelli scolpiti. Si tratta di una decorazione eseguita probabilmente alla fine del XII secolo. Il rosone del timpano risale invece all'epoca angioina.
La finestra è affiancata da colonne sorrette da leoni stilofori inseriti a forza dietro le colonne esterne. Risalirebbero all'epoca federiciana.
I capitelli sono ricchi di protomi umane che sporgono dal corpo del capitello. Molto aggettanti sono in particolare quelle dei capitelli dell'ordine superore.
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