Simone Vignato
Avere un sogno è un fatto normale, realizzarlo può rappresentare un’impresa impossibile. Soprattutto se attuarlo diventa una sfida contro se stessi lo scetticismo e incredulità della istituzioni.
Simone Vignato, vicentino di Gambellara, la sua sfida l’ha vinta, la sua impresa impossibile è diventata prima progetto e poi realtà.
Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Venezia con la prof.ssa Gloria Vallese, con una tesi originale: “Un prototipo di Leonardo da Vinci: la lira da braccio a teschio di cavallo” una dissertazione teorica che è diventata un progetto pratico.
Simone Vignato è sbalzato alle cronache internazionali per aver realizzato uno strumento musicale concepito da uno dei più grandi geni della storia dell’umanità.
La sua costanza infatti, ha fatto rinascere e ridato “voce” dopo cinquecento anni alla lira a teschio di cavallo di Leonardo da Vinci.

La storia della lira da braccio costruita da Leonardo da Vinci”in argento gran parte a forma di teschio di cavallo” è documentata.
Tale strumento venne donato dall’artista al Duca Ludovico il Moro di Milano, città in cui Leonardo giunse a quanto pare nel 1482 –1483.
Secondo quanto riportato dal Vasari nelle “Vite”, lo strumento realizzato da Leonardo riuscì più sonoro e di maggiore portata rispetto a quelli comuni e la sua prestazione musicale conquistò l’animo del Duca, grande appassionato di musica e virtuoso di lira da braccio. "Avvenne che morto Giovan Galeazzo duca di Milano e creato Ludovico Sforza nel grado medesimo l'anno 1494, fu condotto a Milano con gran riputazione Lionardo al Duca, il quale molto si dilettava del suono de la lira, perche' sonasse:e Lionardo porto` quello strumento, ch'egli aveva di sua mano fabricato d'argento gran parte in forma d'un teschio di cavallo, cosa bizzarra e nuova, accio` che` l'armonia fosse con maggior tuba e piu` sonora di voce, laonde supero` tutti i musici, che quivi erano concorsi a sonare".
Tuttavia questa bizzarra lira “a teschio di cavallo” non è pervenuta fino a noi, e, nonostante numerose ipotesi e congetture, non sono stati individuati disegni o appunti di Leonardo ad essa collegabili.
Ciò nonostante, basandomi sul fatto che non esistono infiniti modi di costruire una lira funzionante, ho ritenuto che fosse ugualmente possibile pervenire ad un’ipotesi di ricostruzione dello strumento leonardesco.
Il mio lavoro si è svolto pertanto in più fasi: prima l’analisi della figura di Leonardo musicista e del suo contesto culturale a Firenze e a Milano, poi un'indagine sulle caratteristiche dello strumento Rinascimentale detto lira da braccio, la sua struttura e le caratteristiche materiali.
Ho effettuato inoltre uno studio su un vero teschio di cavallo, avvalendomi della collaborazione del fisico acustico Andrea Iorio, fisico acustico collaboratore presso la Scuola di Liuteria di Cremona, e del Maestro liutaio Giorgio Scolari, insegnante presso la medesima scuola.
In base a quanto emerso dalle conversazioni con questi esperti, ho proceduto a progettare un prototipo che si può considerare ragionevolmente vicino alla presunta lira da braccio di Leonardo
Il maestro liutaio Giorgio Scolari e il fisico acustico Andrea Iorio hanno concretamente realizzato parte del modello.
In assenza di dettagli leonardeschi, ci si è ispirati ai canoni della liuteria rinascimentale: tavola armonica in abete rosso, ponticello mobile, cinque corde tastate e due di bordone, niente vernici, ma solo ceratura.
Scartato tra i materiali costitutivi l’osso, che non vibra, la combinazione del legno e dell’argento della cassa armonica è il segreto della speciale sonorità dello strumento.

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